Dal punto di vista fisiologico anche i denti allineati con le migliori tecniche ortodontiche non possono stare fermi e allineati tutta la vita. Questo perché l’essere umano è materia in movimento.
Per capire però questo concetto dei denti allineati che tendono a spostarsi, dobbiamo fare un passo indietro e capire come i denti erompono, si sviluppano e si posizionano nelle arcate.
L’organo della masticazione ha una strategia di crescita che necessita di una condizione endocrina nel range fisiologico e di stimoli funzionali locali costanti fin dal periodo fetale. Dalla decima settimana tali stimoli sono dati dalla suzione e dalla deglutizione.
La deglutizione ha il compito di promuovere lo sviluppo craniofacciale, ma rappresenta anche la funzione perno intorno alla quale si struttura tutta la dinamica elicoidale dell’organismo. Alla nascita l’allattamento al seno, grazie all’intensa attività muscolare che comporta, determina i movimenti antero-posteriori di lingua e mandibola che permettono lo sviluppo dell’area retrocondiloidea, la quale consente alla mandibola di raggiungere il raccordo con il mascellare superiore, nel periodo in cui cominciano a comparire i denti da latte. Questi movimenti danno origine al processo di eruzione dentale.
Le forze muscolari sono responsabili della “Vis a tergo”, cioè della spinta eruttiva dei denti tramite la deformazione elastica delle ossa basali. La contrazione del Massetere porta ad un allargamento della mandibola e ad un restringimento del mascellare superiore. Azione contraria hanno gli Pterigoidei. L’azione dei muscoli Pterigoidei, avvicinando i condili mandibolari alla linea mediana, determina una maggior forza espulsiva a livello anteriore e infatti gli incisivi decidui inferiori sono i primi denti ad erompere.
Da questo momento l’engramma cerebrale di suzione è sostituito da quello di masticazione che non a caso in questa fase è solo incisale, in quanto la protrusione necessaria a realizzarla costituisce un ulteriore stimolo funzionale che consentirà alla mandibola di raggiungere il raccordo morfofunzionale con il mascellare superiore. La contrazione muscolare determina un allontanamento o avvicinamento delle corticali tendenti all’espulsione dei denti. La risultante di queste linee di forza ad andamento elicoidale è che i denti tendono a migrare in direzione verticale e disto-mesiale (da dietro in avanti).
Tipi di eruzione dentale
Si distinguono due tipi di eruzione dentale:
L’eruzione attiva che porta i denti ad affacciarsi al cavo orale e procedere fino a raggiungere il contatto con gli antagonisti, andando a formare il piano occlusale. Essa si mantiene attiva per tutta la vita per compensare la perdita di dimensione verticale conseguente alla abrasione meccanica delle corone per sfregamento da funzione.
L’eruzione passiva, che consiste in una migrazione apicale dei tessuti di sostegno, con un allungamento coronale a spese della radice clinica.
Questa combinazione di eventi orienta ciascun dente sui tre piani dello spazio per disporre i versanti cuspidali in modo tale da favorire la loro funzione e resistere meglio alle sollecitazioni cui sono sottoposti, in particolare a quelle orizzontali. Ciascun versante cuspidale durante i vari atti funzionali, lavora guidato dal rapporto tra un muscolo ad esso perpendicolare ed un muscolo ad esso parallelo (Teoria dei versanti muscolari di G.Esposito). In altre parole, il dente ha un rapporto spaziale con tutte le strutture che lo circondano, che è il risultato delle forze antagoniste cui è sottoposto e che lo orientano alla ricerca di un rapporto tra forma e funzione in grado di integrarlo nell’organo della masticazione.
I denti erompono posizionandosi all’interno di un corridoio muscolare formato dalla lingua e dalla muscolatura di guance e labbra. Le forze esterne al cavo orale sono rappresentate dalla muscolatura delle labbra e delle guance, definita come “catena orizzontale” dell’organo masticatorio. Essa risente dell’influenza biotipologica, essendo più attiva nei soggetti mesomorfici e più debole in quelli ectomorfici, ma anche e soprattutto, della tensione della catena muscolare posturale a cui appartiene (Antero-Mediana). La muscolatura periorale è la principale forza attiva in gradi di produrre cambiamenti evolutivi nell’ambito facciale.
I denti allineati non lo restano per sempre
Dunque, la posizione dei denti è determinata in ogni momento della vita dalla funzione muscolare.
L’equilibrio delle forze muscolari messe in gioco da una funzione deglutitoria e masticatoria corretta, determina la formazione di una doppia elica che ha come centro il tavolato occlusale, espressione delle forze applicate nei tre piani dello spazio dal corridoio muscolare. La tridimensionalità dei movimenti mandibolari generata dalla funzione muscolare origina la maturazione e lo sviluppo del piano occlusale definitivo, che nel rispetto delle dinamiche corporee, ha un andamento elicoidale.
Secondo il concetto dell’elicoidalità del movimento corporeo espresso dal sistema delle catene muscolari, non esistono movimenti puri ma sempre associazione di movimenti. La flessione di un arto è il risultato di una rotazione esterna associato ad un’abduzione. Per analogia biomeccanica (sono tutte articolazioni condiloidee) il condilo e l’emimandibola lavorante è assimilabile all’arto che si flette (infatti il condilo ruota esternamente e abduce) e il lato bilanciante estende (l’estensione è il risultato di una adduzione e rotazione interna). L’unica differenza è che la mandibola si muove in catena chiusa e quindi i vettori muscolari, generati dalla funzione non possono che scaricarsi sui denti, con la formazione del piano occlusale elicoidale.
Studi e osservazioni su tale conformazione occlusale risalgono al 1925 con Pleasure, Stein, Gerber, Ackermann, e rilevano come, filogeneticamente, essa si sia sviluppata con l’acquisizione della stazione eretta. Quando lo schema motorio elicoidale non è ancora strutturato, il piano occlusale è piatto, così come la sede articolare del temporale e la pianta del piede.
P. Planas nella sua “Riabilitazione Neuro-Occlusale” illustra egregiamente quali siano le conseguenze di una masticazione inefficace, disequilibrata e asimmetrica, sulle risposte di sviluppo del sistema stomatognatico e nella genesi delle malocclusioni e parodontopatie. Ciò che non viene adeguatamente valutato è però il fatto che la masticazione è una funzione a schema crociato che perciò utilizza gli stessi percorsi neurologici e le stesse catene muscolo-fasciali dell’asse orizzontale responsabili degli schemi motori elicoidali, come la deambulazione.
Masticazione e deambulazione sono due funzioni sottoposte all’influenza dei centri subcorticali nell’ambito del sistema extrapiramidale e sono funzionalmente sovrapponibili con ruolo reciprocamente compensatorio. Neurologicamente i denti funzionano come sensori di rilevamento per l’attuazione di un programma, la masticazione, esattamente come i recettori podalici e articolari fanno per la deambulazione. La torsione strutturale sia fisiologica, come avviene durante la deambulazione e masticazione, che patologica per interferenze esterne su tali funzioni, determina un’analoga torsione dell’asse posturale in grado d’influenzare l’omeostasi sotto tutti i suoi aspetti. Voglio con questo significare che i denti potrebbero disallinearsi anche e semplicemente per una distorsione alla caviglia o a un ginocchio!
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